Oggi è facile sparare su Facebook!
Qualche settimana fa mi auguravo che Zuckerberg intervenisse sulla sua piattaforma prima che il Governo Federale lo facesse a tutela della famosa “sicurezza nazionale”. L’analisi di Wired US era implacabile nell’evidenziare come Facebook, se usato al meglio delle potenzialità (community aggregator & news feeder), oggi sia lo strumento perfetto per piegare la realtà e mettere a repentaglio alcune basi della democrazia moderna come noi la conosciamo.
Beh, non abbiamo dovuto attendere molto per vedere una vera e propria gogna mediatica catapultarsi su Facebook in tutto il mondo.
Oggi, leggendo i vari newsfeed, ho letto l’intervento sull’AGI di Arcangelo Rociola in cui il giornalista cavalca l’onda mediatica sfruttando anche il tweet irriverente di Mr Whatsapp, Brian Acton, che dall’alto dei suoi 10 miliardi di dollari ricevuti da Facebook, oggi si può divertire a proclamare a tutto il mondo “It is time. #deletefacebook”.
Chissà se il nostro amico Brian avrebbe lanciato questo tweet nelle fasi calde della trattativa che lo hanno reso miliardario o forse sarebbe stato più cauto nel chiedere la cancellazione di Facebook, almeno fino all’arrivo dell’ultimo bonifico sul suo conto corrente?
Quello che veramente mi sorprende oggi, e che mi sorprende fino a un certo punto, è la capacità di tutti di soffiare l’onda mediatica. Fino a ieri tutti schiavi di Facebook, se non eri su Facebook eri uno “strano”, e oggi tutti a chiedersi “cosa si potrebbe fare senza la dipendenza da Facebook”. Techcrunch ci racconta addirittura che “Facebook ci sta usando. Sta di proposito prendendo le nostre informazioni. Sta creando delle echo chamber nel nome della connessione. Fa emergere le divisioni e distrugge le vere ragioni che ci hanno portati all’uso dei social media: (distrugge) le relazioni umane. È un cancro”. Ma davvero? Non ve ne eravate accorti prima?
Tutti oggi urlano indignati che non è giusto che Facebook abbia venduto i dati a Cambridge Analytica. Oggi tutti vorrebbero la punizione esemplare per “Marco Montedizucchero” che è stato cattivo e ha fatto i soldi rubando le informazioni che le persone ingenuamente avevano inserito nella scatola di Facebook.
Ma l’avete letta la pagina di log in di Facebook? Se fosse sfuggito a qualcuno, c’è scritto “Iscriviti. È gratis e lo sarà sempre”. Gratis. Qualcuno ha veramente pensato che tutto quel giochino fosse sul serio gratis? Che la possibilità di archiviare tutta la propria vita, video, foto, pensieri, commenti, emozioni, amore, odio, parole… fosse tutto gratis?
L’altro giorno mia figlia, guardando una serie tv in streaming, a un certo punto mi ha stupito: non capiva perché continuassero a comparire popup a infastidirla mentre guardava gratuitamente un programma televisivo su internet (fruibile a pagamento alla televisione?). Ma davvero tutti abbiamo pensato che il “gratis per sempre” volesse semplicemente dire che non ci fossero interessi economici dietro? Che Facebook fosse un’enorme realtà filantropica interessata al bene del mondo e che volesse regalare nuove opportunità a persone che si erano perse nel tempo? Pensavamo veramente che Instagram fosse un enorme album fotografico dove l’utente nutre il proprio ego inserendo immagini il cui interesse è spesso limitato a pochissime persone?
Mi spiace andare sempre controcorrente ma penso che tutto questo odio mostrato oggi dalla gente nei confronti di Facebook sia assolutamente insensato e illogico. Conosciamo tutti aziende che hanno chiuso la propria presenza digitale per spostarsi sui social, conosciamo tutti persone che parlano agli amici a tavola tramite Whatsapp e post su Facebook, conosciamo tutti persone che non sanno trovare neanche la strada di casa e utilizzano Maps per non perdersi mai… ah no, scusate, Maps non è di Facebook ma è sempre gratis.
Ma veramente qualcuno pensa che possa esistere una struttura come Facebook completamente gratuita?
Al contrario di come la pensa Rociola e l’AGI, “…il monopolio della vita digitale di 2,3 miliardi di utenti nel mondo comincia a preoccupare… se il costo di un servizio è gratuito, il costo di quel servizio sono i tuoi dati. La tua privacy. Le tue opinioni. E il tuo voto, come nel caso delle campagne elettorali di Cambridge Analytica”, io credo che quello di cui dovremmo preoccuparci sia un’altra cosa: se Facebook chiudesse domani e dopodomani chiudesse Google, tutti torneremmo in una preistoria di comunicazione imbarazzante.
Senza Facebook le aziende non saprebbero come parlare con i propri clienti, senza Facebook le persone non saprebbero cosa succede attorno a loro, senza Facebook le persone non riuscirebbero a sapere quello che succede nel mondo, senza Facebook i giornali non saprebbero come rintracciare lettori. Se domani Mark Zuckerberg decidesse che ha fallito la sua missione e spegnesse i suoi server, saremmo tutti più liberi ma anche più poveri.
Senza Facebook dove andremmo a mettere le foto, i video, i ricordi, i pensieri, le opinioni e le notizie? Come immaginate il vostro domani senza Instagram, Facebook e Whatsapp?
Brian Acton, con i suoi 10 miliardi dollari, può tranquillamente decidere di #cancellarefacebook. Tutti noi, invece?
P.S. ah, un’ultima cosa. Non è che Facebook mi stia simpatico o altro. Abbiamo provato a fare una campagna sul precedente articolo e Facebook ha respinto la campagna come “inappropriata”. Non sono simpatici, non sanno fare autocritica, ma per favore cerchiamo di ragionare!