Oggi parte un lungo viaggio attraverso la storia del marketing. Una serie editoriale sulla storia del marketing non è solo un viaggio nel tempo: è una dichiarazione d’intenti. È un atto di studio, di cura e di fiducia nel pensiero. In un’epoca che chiede velocità e risposte, ci prendiamo il tempo per fare domande e ritrovare connessioni. Perché conoscere il passato ci insegna a vedere meglio il presente. E forse, anche a progettare con più lucidità il futuro.
Un progetto che nasce dalla voglia di capire
Questa serie nasce da una necessità personale e professionale insieme: quella di comprendere davvero cos’è il marketing, dove affonda le sue radici, come si è trasformato, e cosa può ancora diventare.
Tutti noi che lavoriamo nella comunicazione, nella strategia, nella pubblicità o nel branding, maneggiamo ogni giorno strumenti, idee, formule. Ma quanto spesso ci fermiamo a riflettere sulle origini di questi strumenti? Quanto davvero conosciamo il percorso che ha portato il marketing a essere ciò che è oggi?
Questa serie è, prima di tutto, un invito allo studio. Un esercizio di approfondimento che non pretende esaustività, ma che cerca di ricostruire – pezzo dopo pezzo – una cronistoria viva, piena di figure sorprendenti, intuizioni dimenticate, errori ricorrenti e svolte decisive.
Lontano dalla banalità
Non mi interessa fare l’ennesima lista di tappe storiche. Non troverete “i 5 momenti chiave della pubblicità” o “le 10 campagne più iconiche della storia”.
L’intento è più ambizioso, ma anche più intimo: vogliamo esplorare come il marketing sia nato come forma di mediazione tra desideri e prodotti, tra persone e simboli, tra potere e racconto. E vogliamo farlo attraversando le epoche con uno sguardo curioso e colto, mettendo in relazione passato e presente, archeologia commerciale e tecnologie digitali, testi classici e pratiche contemporanee.
Per farlo, ci appoggeremo a una serie di studi, libri e fonti che in pochi conoscono ma che meritano attenzione: da The History of Marketing Thought di Robert Bartels, a Scientific Advertising di Claude Hopkins, fino al più recente The Cluetrain Manifesto, passando per monografie, saggi accademici, articoli museali e fonti originali del mondo greco-romano, rinascimentale, industriale e digitale.
Una serie lunga e stratificata
Il nostro racconto non sarà lineare. Non vogliamo costruire una cronologia rigida, ma un sistema di salti temporali, di ritorni, di collegamenti trasversali. Andremo avanti e indietro nel tempo, per mostrare come certe logiche siano eterne e certi strumenti abbiano radici insospettabili.
Parleremo di:
- tavolette cuneiformi e loghi su vasi greci,
- saponette inglesi e slogan dell’Ottocento,
- lettere commerciali spedite a mano e brand che diventano ideologia,
- marketing mix, esperimenti cognitivi e campagne digitali.
A volte partiremo da un oggetto. A volte da una persona. Altre volte da una parola.
Conoscere per pensare (e non solo per fare)
La storia del marketing non è solo una collezione di eventi: è una lente per leggere il nostro rapporto con il consumo, con il linguaggio, con la persuasione e con il tempo.
Raccontarla significa dotarsi di strumenti per pensare, per scegliere, per creare con più consapevolezza. Significa anche recuperare l’idea che la cultura – intesa nel senso più alto e pratico del termine – sia una forza che genera valore, anche nel lavoro.
Perché quando sappiamo da dove arrivano le parole che usiamo (come “brand”, che viene da un marchio a fuoco), o le idee che ci sembrano ovvie (come la targettizzazione o il posizionamento), allora possiamo usarle meglio. Possiamo scegliere di aderire o di deviare. Di replicare o di reinventare.




Il primo passo
Inizieremo presto il nostro viaggio con un articolo che potrebbe sorprendervi: non sarà ambientato nell’Ottocento, né nel secolo della pubblicità, ma tra le rovine di Pompei, dove su un muro si legge ancora un messaggio commerciale.
Perché sì, anche lì, anche allora, c’era qualcuno che stava cercando di “posizionarsi” nel mercato.
Benvenuti in questo viaggio.
Sarà lungo, sarà denso, sarà affascinante.
E speriamo che possa accendere, in chi legge, la stessa curiosità e la stessa passione che ci guidano nel raccontarlo.
Articolo di Dreamers Agency