Il futuro presente della ricerca. 

L’evoluzione della ricerca: opportunità per chi sa leggere il cambiamento

La ricerca su Google non è più quella di una volta. Oggi Google sta sperimentando funzionalità come AI Overviews e AI Mode, che offrono risposte sintetiche e contestualizzate direttamente nella pagina dei risultati, saltando in parte la tradizionale logica dei link. (Fonte: Think with Google – “AI Max: the future of Search”) Google Business

Questo spostamento non è un dettaglio tecnico: è un cambio di paradigma. Un motore di ricerca che “pensa” al posto dell’utente, che interpreta intenzioni complesse e multimodali (testo + immagini), che offre risposte ragionate — non solo link — cambia il modo in cui aziende e brand si devono porre.

Da query semplici a domande articolate

Se un tempo bastava digitare “hotel Milano centro”, oggi si cercano risposte molto più sofisticate: “hotel a Milano vicino alla stazione centrale, con WiFi gratuito e colazione inclusa”. A volte l’utente fotografa un edificio con Google Lens e chiede “Che cos’è questo edificio?”: la ricerca diventa visiva.

In questo scenario, la capacità di decodificare l’intento dell’utente — anche quando non è esplicitato — diventa vitale. Le query lunghe, le richieste complesse, le domande “ibridate” tra informazione e azione cresceranno. Le aziende che sapranno rispondere bene a queste domande avranno un vantaggio competitivo.

Lo sapevate che Google Lens riceve oltre 25 miliardi di ricerche al mese? E di queste ricerche il 20% hanno uno specifico motivo commerciale?

AI Overviews e AI Mode: cosa sono

AI Overviews offrono un riassunto generato dall’AI, con informazioni chiave e link utili. Lo usano già miliardi di utenti ogni mese (oltre 2 miliardi in oltre 200 paesi) secondo Google.
AI Mode, invece, va oltre: risponde a domande articolate, sfruttando ragionamento, comprensione multimodale e capacità di ragionare sulle intenzioni complesse.

In pratica, Google sta “anticipando” cosa vuoi sapere, non solo cosa hai digitato.

Le occasioni per le aziende

Questa trasformazione porta con sé nuove strade operative:

  1. Contenuto contestualizzato e ricco
    Non basta produrre articoli ottimizzati per keyword. Serve contenuto che risponda a domande complesse, che sappia incorporare immagini, grafici, risposte approfondite, varianti. Il contenuto diventa più “conversazione” che semplice pagina.
  2. Campagne AI-powered
    Il nuovo strumento di Google AI Max for Search offre una modalità che va oltre le keyword selezionate manualmente, interpretando intenti nascosti e adattando copy e landing page a quel momento specifico.
    Secondo Google, chi utilizza già AI Max registra +27% di conversioni a parità di CPA rispetto alle campagne tradizionali.
  3. Uso strategico delle immagini e video
    Con la ricerca visiva (Google Lens) che sta crescendo, avere asset visivi ottimizzati — foto, video, infografiche — è indispensabile per “essere visti” nelle risposte AI.
  4. Comprendere il “perché” dietro la query
    L’AI non si limita a interpretare cosa cerchi, ma perché lo cerchi. Questo permette a chi fa marketing di intercettare bisogni latenti, non immediati, e posizionarsi come soluzione di fiducia.

Un esempio molto interessante è quello che Think with Google fa citando il brand Volvo.

Immaginate che qualcuno cerchi su Google “SUV elettrico per famiglie numerose”. Un marchio come Volvo potrebbe non aver fatto offerte manualmente per quella frase specifica. Ma con AI Max, è in grado di comprendere l’intenzione dell’utente. Lo strumento ha imparato dal sito web e da tutte le risorse creative che Volvo ha creato per supportare la ricerca degli utenti e alla fine il risultato è che i veicoli Volvo sono perfetti per questa ricerca.

Di conseguenza, AI Max è in grado di proporre un annuncio perfettamente personalizzato con un titolo generato in tempo reale, come “SUV elettrico a 7 posti”, proprio nel momento in cui il cliente sta effettuando la ricerca. Non più un annuncio scritto dagli advertiser che fa il match con la richiesta dell’utente, ma un annuncio creato automaticamente dall’AI per fare match tra una domanda e un’offerta adeguata. 

Questa è veramente una rivoluzione che se arriverà a funzionare come ci sta raccontando Google sarà veramente impattante. Questo è il vero strumento in cui un’azienda può avere successo nei momenti che contano, quelli qualche secondo prima dell’acquisto.

Limiti e avvertenze

L’evoluzione non è completa. Google non ha ancora pienamente integrato la pubblicità nei risultati delle AI, probabilmente per non compromettere la fiducia nella neutralità delle risposte. Anche l’AI può generare errori o interpretazioni fuorvianti. Serve umanità, controllo, verifica.

Inoltre, non basta “essere presenti”: serve essere credibili. Essere fonte affidabile, con contenuto originale e autorevole, ben collegato con il proprio brand e con le esigenze reali del pubblico.

Conclusione

Siamo all’alba di una nuova era della ricerca. Un’era in cui la differenza non la fa più solo avere contenuto, ma avere contenuto che pensa con l’utente.
Chi saprà prepararsi oggi — con immagini intelligenti, copy che dialoga, asset visivi ottimizzati, e una strategia che va oltre le keyword — potrà essere parte delle risposte che Google darà domani.

Le aziende che vedono questa trasformazione come opportunità e non minaccia avranno una chance reale di emergere, non solo per visibilità, ma per significato.

Articolo di Alessandro Villa

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