L’evoluzione dell’AI: dai contenuti ai processi
Negli ultimi anni si è parlato molto di intelligenza artificiale, soprattutto nel campo dei contenuti. L’arrivo di ChatGPT ha segnato una svolta visibile, cambiando il nostro approccio alla scrittura, alla generazione di idee e alla comunicazione in generale. Ma mentre tutti erano concentrati sulle capacità creative dell’AI, qualcosa ha iniziato a muoversi in sottofondo: l’applicazione dell’intelligenza artificiale ai processi aziendali.
In questo articolo provo a condividere alcune riflessioni personali, nate da studio e sperimentazione, su cosa sta succedendo davvero in questo ambito. Perché al di là del clamore mediatico e delle dichiarazioni forti come “se non implementi l’AI morirai come azienda”, credo sia il momento di fare chiarezza e aggiungere un pizzico di consapevolezza.
Cosa sono (davvero) gli AI agent e i workflow intelligenti
I modelli stanno diventando sempre più sofisticati: non solo possono eseguire compiti complessi, ma riescono anche a integrarsi tra loro, generando flussi di lavoro completamente automatizzati. Sistemi come N8N permettono di creare workflow multi-agent che operano connessi a database, fogli di calcolo, CRM, strumenti di analisi e sistemi di messaggistica.
Ma nonostante il potenziale, non è tutto oro ciò che luccica. Spesso mancano ancora casi d’uso davvero concreti e i vantaggi non sono così automatici come si tende a credere. Ho chiesto a ChatGPT di sintetizzare vantaggi e svantaggi principali, ed ecco cosa ne è uscito:
- Efficienza: grande velocità e continuità, ma serve supervisione iniziale.
- Automazione: ottimo per task ripetitivi, ma a rischio di perdere la sensibilità umana.
- Scalabilità: si adatta a grandi volumi, ma ogni errore ha impatto maggiore.
- Integrazione: connettibile ovunque, ma vulnerabile a cambiamenti nei sistemi.
- Intelligenza: adattabile, ma rischia di generalizzare troppo.
Attenzione agli errori silenziosi
Il punto più critico che ho incontrato non è l’errore evidente, ma quello silenzioso. L’intelligenza artificiale può sbagliare in modo sottile, magari inserendo un’informazione errata in un processo automatizzato che nessuno controlla più. Questo, in un contesto aziendale, può avere conseguenze importanti.
Rispetto ai software tradizionali (gestionali, CRM, ERP), i sistemi AI non danno ancora la stessa garanzia di controllo. Non per limiti strutturali, ma perché siamo ancora nella fase di “test avanzato”. In pratica: ci sono molte opportunità, ma serve sempre un occhio umano vigile.
Esempi reali di applicazione utile
Quali sono, allora, i casi in cui questa tecnologia è già utile? Inizio con una premessa: i processi più interessanti sono quelli legati ai dati. Dalla gestione documentale automatica (estrazione e archiviazione dati) all’onboarding di clienti o dipendenti, dal supporto clienti via mail alla classificazione automatica di ticket o richieste.
Uno dei casi che mi ha colpito di più riguarda la gestione dei lead. Un workflow ben costruito integrava landing page, campagne ADV, social e database con un sistema che raccoglieva i contatti, li arricchiva con dati pubblici e li smistava al commerciale più adatto, notificandolo in tempo reale. Questo è un buon esempio di efficienza aumentata senza perdita di controllo.
La nostra posizione: studio, test, ma niente fughe in avanti
Noi in Dreamers non stiamo demonizzando nulla. Anzi, siamo curiosi e stiamo studiando ogni giorno. Ma non siamo nemmeno pronti a delegare porzioni critiche di lavoro a sistemi che non conosciamo fino in fondo. Per ora l’AI resta per noi uno strumento di supporto, non un sostituto.
In sintesi: è utile, interessante, stimolante. Ma deve essere sempre guidata dall’esperienza. Non c’è ancora una formula magica, e chi la promette forse sta vendendo più illusioni che soluzioni.
Conclusione: l’equilibrio tra efficienza e controlloL’AI applicata ai processi aziendali rappresenta un’opportunità straordinaria. Ma per coglierla davvero bisogna conoscerne limiti e possibilità, testare con attenzione, mantenere alta la soglia di vigilanza. Il futuro è già qui, ma solo se sappiamo affrontarlo con consapevolezza, attenzione e un pizzico di sana diffidenza.
Articolo di Alessandro Villa