È ormai da qualche settimana che giriamo attorno a questa idea. L’articolo di sabato scorso è stata la punta dell’iceberg, finalmente emersa dall’oceano delle nostre riflessioni. Dreamers si chiama così perché noi siamo sognatori. Siamo professionisti che amano vedere il mondo in modo diverso rispetto a come lo vedono quasi tutti gli altri. Gli inglesi lo chiamerebbero “lateral thinking”. Io invece lo associo a una t-shirt di cui vado molto fiero: “A volte penso di essere normale, ma poi passa”.
Da anni, Alessandro Villa ed io ripensiamo e ripubblichiamo la nostra presenza online: la nostra brochure digitale, la presentazione, i testi del nostro sito. Quando ci chiedono chi sia il nostro cliente ideale, rispondiamo che i nostri clienti sono spesso più grandi di quelli che un’agenzia delle nostre dimensioni dovrebbe avere in portafoglio. Quando presentiamo il nostro approccio al marketing, ci sentiamo dire che “abbiamo detto delle cose fighissime” – e forse dovremmo iniziare a prendere appunti anche noi.
Raccontare chi siamo davvero: lateral thinker
A ottobre scorso, dopo una serie di errori imprenditoriali e commerciali che ci hanno portato in un canyon commerciale molto “profondo”, ci siamo detti che era arrivato il momento di tornare a parlare di noi. Di raccontare cosa facciamo e come lo facciamo.
Dopo oltre sei mesi, possiamo dirlo con certezza: un curriculum o una presentazione raccontano forse il 10 o il 20% delle competenze che esistono davvero dentro Dreamers. Dovevamo smettere di essere schiavi della sindrome dell’impostore e iniziare a condividere davvero il nostro punto di vista – anche a costo di scrivere tonnellate di parole che forse non avrebbe letto nessuno.
I numeri, però, ci hanno dato torto. I numeri del nostro piccolo sito e dei nostri profili LinkedIn sono letteralmente esplosi. Oggi siamo fieri di aver cambiato approccio, di aver aperto tutte le finestre della nostra casa e di aver fatto entrare luce su ciò che siamo.
Scripta manent, e per fortuna
Abbiamo capito che scrivere articoli ti posiziona come poche altre attività sanno fare. Mia madre direbbe: scripta manent. E in un mondo dove tutto è veloce, visivo, di rapida fruibilità… mi verrebbe quasi voglia di darle torto. Ma no: scripta manent!
È per questo che abbiamo deciso di aprire il nostro blog a collaborazioni esterne. L’obiettivo? Raccontare il marketing da tanti punti di vista. Nuove voci, nuovi sguardi, nuove storie da ascoltare.
Certo, continueremo a parlare di bias, e-commerce, digital sales – sono i nostri temi preferiti. Ma daremo spazio anche a una serie di Guest Blogger che potranno interpretare il loro desiderio di condivisione nel modo che preferiscono.
Abbiamo imparato a chiedere
Quello che all’inizio sembrava un gioco o un modo per fare network, è diventato qualcosa di molto più serio e interessante. E abbiamo imparato una cosa: bisogna osare. Bisogna chiedere.
Così, senza troppi giri di parole, abbiamo iniziato ad avere un approccio diretto. Chiamare le persone che ci interessavano e fare loro una domanda diretta:
“Vuoi collaborare con il nostro blog? L’unico vincolo è parlare di marketing, vendita o comunicazione. Il resto è libertà.”
Pensavamo di essere dei pazzi. Invece sono arrivate risposte entusiaste. Da professionisti affermati, da giovani Zed, da persone che hanno capito il potere della scrittura.
Tante voci, una visione comune e lateral
Parleremo di coaching sportivo, di eventi come esperienze immersive, di fotografia per l’e-commerce, di videomaking di partite di calcio, di networking come creazione di imprese, di marketing per l’arte, per la cultura e per il terzo settore. Parleremo di tendenze, di idee, ma soprattutto di persone.Persone, professionisti, pensatori laterali. E ovviamente…
Dreamers.
Articolo di Alessandro Chiavacci