La RSI (Responsabilità Sociale d’Impresa) non è un concetto astratto: si deve sentire nel corpo, si deve fare!.
Si manifesta nella qualità della presenza, nei gesti quotidiani, nel modo in cui si abita un luogo di lavoro.
Con RSI, qui, oggi, intendo una responsabilità che coinvolge tutto l’essere: la mente, il sentire, il fare. Un nuovo orientamento, capace di unire impatto sociale e consapevolezza personale.
In questo spazio, nell’azienda illuminata, l’arte agisce come catalizzatore.
Porta sguardo.
Attiva ascolto.
Rende visibile ciò che è nascosto ma già esiste:
una visione, un’energia, un futuro possibile.
L’arte cura le relazioni, genera simboli, apre domande vere.
Accoglie la complessità delle persone e dei processi.
Aiuta a stare nel cambiamento, anche quando è incerto.
Lo accompagna con sensibilità, emozione, intuizione, motivazione.




RSI è anche questo:
una responsabilità che si fa esperienza trasformativa.
Che lascia tracce tangibili e invisibili.
Che mette in dialogo la cultura organizzativa con la bellezza, la profondità, la coerenza.
Ogni impresa può diventare uno spazio di risonanza.
Ogni organizzazione può offrire terreno fertile all’immaginazione e alla presenza consapevole.
Quando l’arte entra in azienda, la responsabilità si radica nelle emozioni, nelle sensazioni.
Si àncora al presente e si protende verso il futuro.
Un futuro che non è solo da realizzare, ma da incarnare, insieme.
Articolo di Deborah Mendolicchio