Il vocazionale di un’impresa raccontato dall’arte: quando la cultura diventa il vero vantaggio competitivo.
Ti sei mai chiesto se un’impresa possa avere un “vocazionale”?
Non solo una mission o una vision, ma una vocazione profonda, quella che la muove, la distingue, la rende riconoscibile anche quando non è palesata in modo diretto. L’arte è uno dei pochi strumenti capaci di renderla visibile.
Ogni impresa nasce da un’intuizione, da un gesto creativo.
Col tempo, quella scintilla si perde tra processi, numeri e routine.
L’arte riporta a galla proprio quella origine: è un linguaggio che restituisce senso, che traduce valori invisibili in esperienze tangibili.
Un quadro, un’installazione, una performance diventano specchi del “perché” profondo di un brand.
Non serve solo dire “crediamo nella bellezza”: puoi mostrarlo!
Raccontare il vocazionale con l’arte non significa “appendere opere in azienda”.
Significa curare un progetto culturale coerente con l’identità del brand:
una mostra interna che narra il percorso evolutivo dell’impresa;
una collaborazione con un artista che traduce i valori aziendali in opere contemporanee;
un evento esperienziale dove dipendenti e stakeholder diventano co-autori.




Questo approccio è già prassi in molte realtà europee: arte come leva strategica di posizionamento, non come ornamento.
Diversi osservatori internazionali concordano: integrare l’arte nei processi aziendali genera valore reputazionale, engagement interno e riconoscibilità del brand.
Il Deloitte Art & Finance Report 2025 sottolinea come l’arte sia ormai considerata “un asset strategico di posizionamento” anche nel corporate, mentre il Global Art Market Report 2024 di Art Basel + UBS evidenzia la crescente intersezione tra cultura e impresa come leva di innovazione.
Anche Artprice parla di arte come “investimento comunicativo duraturo” per le aziende, e Il Sole 24 Ore – Art Economy conferma il trend: l’impresa che sostiene o incorpora progetti artistici aumenta la propria autorevolezza percepita, oltre a contribuire allo sviluppo culturale del territorio.
Ogni impresa ha un vocazionale che chiede di essere espresso.
L’arte è il suo traduttore più autentico un ponte tra cultura e strategia, tra emozione e reputazione.
Articolo di Deborah Mendolicchio