Grazie alla comunicazione digitale le notizie si diffondono molto più velocemente di quanto accadesse in passato. Per questo oggi siamo immersi in un contesto con una grande varietà di fonti e contenuti.
L’informazione attuale è sempre meno a imbuto e sempre più a rete. Inoltre, con l’avvento dei social network la comunicazione segue un percorso contrario a quello del flusso tradizionale. Se in passato c’erano alcune fonti molto autorevoli che comunicavano ai cittadini, oggi accade anche il contrario, soprattutto sui social: i messaggi si spostano dagli utenti agli account di chi fornisce servizi di informazione.
Sul web le notizie viaggiano molto velocemente e provengono da diverse fonti, non solo testate giornalistiche e media tradizionali ma anche siti web di informazione libera, blog personali e aziendali.
In questo contesto, caratterizzato da un flusso costante di comunicazioni, non è facile distinguere le fonti affidabili da quelle che non lo sono. Proprio per questo Google ha recentemente oscurato 200 siti che diffondevano notizie false, con l’intento di promuovere un’informazione veritiera. Attraverso i controlli con Adsense, Google lavora per impedire che i siti di junknews prendano piede. Purtroppo, però, la tecnologia si basa su algoritmi e talvolta commette errori, considerato anche che distinguere i siti con contenuti chiaramente falsi da quelli con informazioni ai limiti della correttezza sta diventando sempre più complesso.
È proprio di questi giorni il caso di ByoBlu, un blog di informazione libera a cui è stato bloccato l’uso di Adsense scatenando una massiccia contestazione sulle metodologie “da bavaglio mediatico” imposte da Google.
Le testate tradizionali e i giornalisti, forse per troppo tempo cullati dall’idea di un mondo che non esiste più, hanno fatto finta che nulla fosse cambiato e troppo spesso si sono lasciati andare a critiche e severe prese di posizione. La torre d’avorio dell’informazione di qualità, però, si sta lentamente sgretolando sotto i colpi di maglio degli editori e della necessità di rincorrere il clic pubblicitario.
Troppi utenti ormai si lamentano delle logiche di “click-baiting” che testate – anche prestigiose – utilizzano per raccogliere qualche impression in più da mostrare ai centri media. Quotidiani che una volta si facevano vanto di non pubblicare una foto a colori sulla loro carta, oggi mostrano su pagine di notizie di cronaca, a volte anche gravi, link ad altre news di tutt’altro spessore, spesso corredate da foto a dir poco esuberanti.
La caratteristica del web è stata dare a tutti le stesse opportunità di comunicazione e troppi utenti hanno pensato di poter fare i giornalisti online. Forse è arrivato il momento che i giornalisti diventino meno utenti e tornino a fornire notizie di qualità: quella qualità fondamentale per eliminare il fenomeno delle junknews dalle bacheche degli utenti!
È evidente, quindi, che il mondo dell’informazione è profondamente cambiato e oggi più che mai anche per le aziende è importante comunicare sul web in modo professionale.
La diffusione di notizie false sulla propria attività, infatti, può avere importanti ricadute in termini di brand reputation; per questo è essenziale affiancare alla creazione di contenuti di qualità un monitoraggio costante di ciò che consumatori e competitors dichiarano sul web. Affidarsi a un’agenzia di creazione di contenuti di marketing diventa quasi un obbligo per evitare la trappola della disinformazione digitale.