Parlare con qualcuno che non è come te. Né come la tua azienda.
Sapete qual è uno dei nemici più silenziosi — ma letali — del marketing?
Il BAU.
Business As Usual.
Tre lettere all’apparenza innocue. Ma dietro quell’acronimo si nasconde l’abitudine più radicata (e rassicurante) che esista in azienda: fare le cose come le abbiamo sempre fatte.
Il caldo abbraccio delle vecchie abitudini
Il BAU ti accoglie con gentilezza.
Ti dice: “Tranquillo, questo l’hai già fatto.”
Ti sussurra che non serve rischiare, che è meglio restare nel perimetro conosciuto.
E così, mentre il mercato corre, noi restiamo fermi.
Chiusi in una comfort zone che somiglia sempre più a una trappola elegante.
“L’anno scorso ha funzionato…”
Quante volte l’abbiamo sentita?
“Abbiamo sempre fatto così.”
“Funzionava anche l’anno scorso.”
“Non cambiamo: il nostro settore è diverso.”
Frasi che sembrano saggezza operativa e invece spesso sono scorciatoie mentali.
Sottili forme di auto-convincimento che ci impediscono di vedere l’ovvio: il mondo fuori cambia. E anche in fretta.
Il mercato non aspetta
Il BAU non ti fa alzare la testa.
Non ti fa vedere chi è arrivato sul mercato, cosa sta facendo la concorrenza, cosa vogliono davvero i clienti oggi.
Soprattutto, non ti fa capire perché alcuni clienti non ci sono più.
“Non ci sono più i clienti di una volta”, mi dicono spesso.
Io rispondo: “Davvero? Dove sono andati?”
Molti sono ancora lì. Solo che comprano da altri.
Altre offerte, altri messaggi, altri modi di raccontarsi.
Il punto di rottura
Se vuoi davvero capire quanto sei lontano dai tuoi clienti, non puoi restare incollato al solito schema.
Serve uno scarto. Un punto di vista esterno. Una voce fuori dal coro.
Serve qualcuno che non conosce il tuo BAU.
E proprio per questo può leggere la tua realtà con occhi nuovi.
Non è questione di teoria
Non sto parlando di consulenze teoriche, piene di slide e parole astratte.
Parlo di consulenza vera. Quella che ti fa domande scomode.
Che ti mostra ciò che non vuoi vedere.
Che ti aiuta a giudicare davvero, invece di lasciarti guidare da pre-giudizi.




Chiedere aiuto non è debolezza
La verità? Spesso sappiamo già che c’è qualcosa da cambiare. Ma non troviamo il coraggio.
Allora rimandiamo. Abbassiamo il volume della voce esterna.
Fino a quando il BAU torna a urlare. Più forte di prima.
Se sei in quel momento — in cui qualcosa scricchiola ma non sai da dove partire – è ora di chiamare.
Non per un miracolo.
Ma per qualcuno che ti aiuti a vedere. E poi a scegliere.
Il marketing inizia da qui
Cambiare punto di vista non è un lusso. È un’urgenza.
Uscire dal BAU non è una trovata creativa. È una scelta strategica.
Perché se continui a fare tutto come prima, otterrai solo ciò che hai già.
Ma se decidi di farti accompagnare da chi guarda la tua azienda senza pregiudizi, forse troverai qualcosa che da solo non vedevi più.
E sì, può fare la differenza.
Quella tra sopravvivere.
E tornare a crescere.
Articolo di Alessandro Chiavacci
p.s. a nota di questo articolo non posso non ringraziare Alessandra Rizzuto per la sua “ok questo è il BAU!”, la prima, unica e definitiva definizione del BAU ai tempi dei budget di Manpower Italia!