Settembre è il nostro vero capodanno.
E questo, più degli altri, lo sentiamo come un nuovo inizio.
Ci siamo lasciati a fine luglio con un bilancio schietto e sincero dell’anno trascorso. Abbiamo raccontato senza filtri quello che è successo — nel bene e nel male — e ci siamo concessi una pausa. Adesso, dopo un’estate tutt’altro che leggera, è arrivato il momento di ripartire.
Ripartire con la testa piena di idee, qualche ferita addosso, e tanta voglia di costruire. Di costruire la Dreamers che vorremmo essere tra un anno. Quella che a luglio 2026 ci piacerebbe raccontare con un sorriso fiero e, magari, un po’ stanco.
Un blog, una voce, una community
Nei mesi scorsi, Alessandro Chiavacci ha sottolineato un punto chiave: il nostro sito non è più solo una vetrina aziendale. È diventato un vero e proprio magazine sul marketing, in cui ogni settimana nuove voci raccontano riflessioni, esperienze, esperimenti.
Era iniziato quasi per gioco. Oggi è diventato un tratto distintivo del nostro approccio. E per questo vogliamo ampliare la coralità del racconto, ospitando contributi diversi, da ambiti diversi, per continuare a ibridare il marketing con tutto ciò che gli sta intorno: impresa, cultura, neuroscienze, tecnologia, persone.
Eventi, connessioni e nuove energie
Un altro obiettivo chiaro per i mesi a venire è alimentare costantemente la nostra rete: non solo online, ma anche fisicamente. Saremo presenti (e in alcuni casi protagonisti) di eventi importanti, in contesti diversi, per condividere visioni, fare networking e imparare ancora. Perché ogni relazione, se vera, può portare lontano.
Parallelamente, stiamo lavorando con attenzione quasi maniacale sulla formazione e crescita del team operativo. Il nostro desiderio è affiancare alla nostra esperienza una nuova generazione di professionisti, anche molto giovani — sì, anche GenZ — con cui contaminare reciprocamente pensieri, linguaggi, immaginari.
I progetti “difficili” e quelli con l’anima
Negli ultimi mesi abbiamo avuto l’occasione di lavorare su progetti molto complessi, spesso apparentemente ingestibili. Ed è lì che ci sentiamo vivi: quando il caos richiede creatività, visione, adattamento. Ci piacciono le sfide difficili, i progetti senza strade già tracciate.
In parallelo, abbiamo iniziato a collaborare con realtà del terzo settore, dove la nostra competenza può diventare uno strumento per restituire valore. Non per KPI ESG da sventolare, ma per equilibrio personale e scelta etica. Perché anche il marketing può servire qualcosa di più grande di sé.
Una lista di propositi (con i piedi nel fango)
Quanti di questi progetti e sogni diventeranno realtà? Lo scopriremo.
Intanto sappiamo una cosa: abbiamo bisogno di immaginarli.
Perché immaginare è il primo passo per costruire.
E in un momento in cui, per molti di noi, la vita personale è più pesante del solito, il lavoro — quello vero, pieno, condiviso — resta una delle migliori distrazioni.
Testa bassa, cuore aperto.
Si ricomincia.
Articolo di Alessandro Villa