Il nuovo gran capo di Instagram vuole sconfiggere il cyberbullismo sfruttando il machine learning.
In questi giorni si sente parlare spesso di machine learning. In parole povere si tratta di una branca dell’intelligenza artificiale che riguarda la capacità delle macchine di “imparare” da una serie di dati, dall’esperienza, se vogliamo, e in base a quanto appreso, attuare delle decisioni. Il machine learning si può applicare alla guida autonoma (le auto senza pilota o con pilota passivo) o più banalmente a catalogo di Netflix che cambia in base alle nostre scelte.
Oggi Instagram vuole utilizzarlo per un nobile intento: la lotta al cyberbullismo. Ad annunciarlo è Adam Mosseri, da pochi giorni a capo della ricchissima piattaforma digitale. Esiste già, infatti, il classico metodo di segnalazione da parte degli utenti in caso di post ritenuti in qualche modo violenti o inadatti alla policy aziendale, ma da oggi un algoritmo complesso analizzerà i nostri post video e fotografici e gli annessi testi, a caccia di elementi che possano ricondurli a un atto di bullismo. A quel punto i post in oggetto verranno sottoposti a un team dedicato che provvederanno a una verifica di natura “umana” e non automatizzata, per cercare di essere quanto più precisi possibili.
Una bella iniziativa, sicuramente, sia eticamente, che in termini di reputation per il neo-eletto chief di Instagram. Anche il bullismo, infatti, sta al passo coi tempi e da anni si è spostato in maniera massiva sui social. Un argomento complesso quanto delicato. Proprio per questo la soluzione ideata da Instagram sembra essere più che buona. Le macchine individueranno tutti i post “sospetti”, ma sarà poi il giudizio umano a valutare di caso in caso gli eventuali provvedimenti, scongiurando così anche di penalizzare l’innocente sarcasmo!