Perché i tuoi contenuti valgono più del tuo curriculum

Viviamo in un’epoca in cui un PDF di una pagina, per quanto ben fatto, non è più sufficiente a raccontare davvero chi siamo e cosa sappiamo fare. Il curriculum è diventato un documento sempre più sterile, mentre sono i contenuti che pubblichiamo ogni giorno — sui social, nei blog, nelle newsletter — a descrivere davvero il nostro valore. È da questa riflessione che nasce l’ispirazione per questo articolo, prendendo spunto da un contributo di Dennis Shiao sul Content Marketing Institute, che spiega come il content marketing personale possa essere il nostro miglior alleato nella crescita professionale.

I contenuti raccontano il professionista

Quante volte ci siamo trovati a cercare lavoro o a dover dimostrare il nostro valore a un cliente partendo da un curriculum? Troppe. E ogni volta ci scontriamo con lo stesso problema: il CV è un elenco di esperienze, non un racconto di competenze. Non comunica il modo in cui lavoriamo, il nostro stile, il nostro approccio.

I contenuti invece sì. Ogni post pubblicato, ogni articolo condiviso, ogni riflessione scritta racconta qualcosa di noi. E la cosa più interessante è che racconta più delle competenze: racconta il nostro modo di pensare. Come ragioniamo, come affrontiamo i problemi, che tono usiamo quando comunichiamo.

I contenuti fanno emergere ciò che l’AI non può replicare

Lo ripeto spesso: gli strumenti non fanno il professionista. Aprire Excel non ti trasforma in un esperto di contabilità. Così come usare Canva non fa di te un art director. È vero che l’AI ha reso accessibile l’uso di molti strumenti, ma non ha ancora (e speriamo mai) la capacità di sostituire le persone competenti, curiose ed esperte.

Per questo motivo, il contenuto che produciamo deve far emergere proprio queste tre dimensioni. La competenza, dimostrando padronanza dei temi che trattiamo. La curiosità, mostrando un interesse costante verso le evoluzioni del nostro settore. L’esperienza, raccontando casi reali e il nostro approccio alle situazioni.

Pensare come un editore, non come un inserzionista

Una delle frasi che più mi ha colpito dell’articolo di Dennis è:

“Vuoi trovare un nuovo lavoro? Smetti di pensare come un inserzionista di prodotti e inizia a pensare come un editore.”

Ed è proprio questo il punto. Non serve raccontare quanto siamo bravi. Serve costruire una narrazione coerente, interessante e utile. Come farebbe un editore, che ha a cuore la propria linea editoriale e il pubblico a cui si rivolge.

Creare contenuti non è solo strategia, è anche metodo e visione. È un impegno quotidiano, ma anche un’opportunità straordinaria per costruire una reputazione solida e riconoscibile.

Racconta, ma soprattutto ascolta

Uno dei passaggi più illuminanti del racconto di Dennis è quando il suo futuro datore di lavoro gli dice:

“Sapevamo che avevi esperienza con gli eventi virtuali, ma non avevamo idea che ne sapessi così tanto. Siamo davvero impressionati.”

Questo succede quando il contenuto racconta qualcosa che va oltre quello che si può dire in un colloquio o scrivere in una mail. Il contenuto non solo parla, ma resta. Rimane lì, disponibile, pronto per essere letto da chi vuole conoscerci meglio.

Le lezioni che possiamo imparare

Dennis chiude con un elenco di cose che farebbe diversamente nella sua carriera di content marketing. È un esercizio di onestà e autocritica che condivido e che riprendo volentieri: gestire meglio il conflitto tra il proprio brand e quello aziendale, ampliare le competenze, collaborare con altri esperti, costruire una lista di contatti, interagire di più, divertirsi di più.

Mi ci ritrovo. La comunicazione è un lavoro serio, ma non deve essere noioso. E deve essere sempre aperta. Non siamo megafoni, siamo conversatori. Questo, oggi, è il cuore del personal branding.

Conclusione

In un mondo dove tutti parlano di AI, tool e automazioni, sono le persone a fare la differenza. E le persone che sanno raccontare bene sé stesse attraverso contenuti autentici, coerenti e competenti sono quelle che avranno successo. Non è questione di narcisismo, ma di strategia. Il personal content marketing è il nostro miglior curriculum. E va aggiornato ogni giorno.

Questo articolo è stato la prima illuminazione della nostra nuova strategia che poi piano piano nelle successive settimane si è andata a sviluppare. Il personal content marketing è il nostro migliore curriculum. Andare a raccontare quello che abbiamo fatto e quello che pensiamo sul nostro lavoro è il nostro migliore biglietto da visita e la nostra migliore brochure.

Per questo nei prossimi giorni modificheremo in maniera radicale il nostro posizionamento inserendo novità in varie nostre attività di marketing e comunicazione. 

Articolo di Alessandro Chiavacci liberamente ispirato dal contenuto di Dennis Shiao su Content Marketing Institute.

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