Cogito ergo veneo: pensieri e vendite

Siamo ormai alle porte della pausa estiva, ma nelle ultime settimane stiamo vivendo qualcosa che, onestamente, non ci aspettavamo. Dopo mesi in cui trovare nuovi clienti sembrava una caccia al tesoro in un labirinto senza uscita, da un po’ di tempo i preventivi sono tornati a uscire. E non in modo sporadico, ma con una regolarità quasi sorprendente.

Potrebbe sembrare l’intro perfetta per un articolo trionfalistico. Di quelli in cui si dice che l’agenzia va alla grande, che siamo diventati ricchi, che la fila di clienti ci aspetta fuori dall’ufficio. Anzi, potrei chiudere il paragrafo qui e scrivere: “Commenta ESTATE e ti mando in DM il segreto del successo”. Ma no, niente commenti clicbait, niente DM, niente filtri motivazionali. Questo non è un articolo celebrativo. È, come sempre, un racconto su cosa ha funzionato davvero.

Il segreto (vero) che possiamo dirvi subito

Il “segreto magico”, se proprio vogliamo usare questa espressione, in realtà è semplice. Anzi, ve lo dico subito: abbiamo iniziato a parlare in modo continuo, autentico e profondo di quello che sappiamo fare bene. Abbiamo investito tempo – tanto tempo – per pensare, scrivere e raccontare il nostro approccio al marketing, alla comunicazione, alle vendite.

Non abbiamo pubblicato contenuti perfetti, virali, infografici. Abbiamo semplicemente iniziato a raccontare il nostro pensiero. E quello che è successo è che, cercandoci online, le persone non trovavano solo profili autocelebrativi su LinkedIn, ma trovavano una traccia reale di chi siamo: articoli, riflessioni, casi studio, errori e idee. Hanno trovato contenuto.

Ed è da lì che sono arrivate le richieste. Non per magia. Non per strategia SEO. Ma perché abbiamo reso visibile il nostro pensiero. Di quello che sappiamo fare. 

I contenuti non attirano solo clienti, attirano riflessioni

Alcuni hanno apprezzato quello che scrivevamo. Altri avranno dissentito. Altri ancora avranno semplicemente skippato. Ma attorno ai nostri contenuti si sta creando una community. Un ecosistema di persone che avevano voglia di sapere come lavoriamo, come vediamo il mercato, come costruiamo valore.

E da quella community sono arrivate le prime richieste, i primi confronti, i primi preventivi. Poi, certo, i primi clienti. Ma ancora prima delle vendite, è successa un’altra cosa che per me vale almeno tanto quanto: abbiamo iniziato a pensare meglio al nostro lavoro.

Scrivere, riflettere, raccontare, ci ha costretto a fermarsi e guardarsi dentro. A chiederci davvero: cosa facciamo bene? Perché un’azienda dovrebbe scegliere noi? Quali sono i nostri punti di forza veri, quelli che funzionano sul campo?

Pensare per vendere: funziona davvero

E qui arriva la seconda parte del “segreto magico”. Parlare di ciò che sai fare bene, ti obbliga a pensare con attenzione a cosa sai fare bene. E quando inizi a pensare con metodo al tuo lavoro, ti accorgi che ti vengono nuove idee, nuovi servizi, nuove proposte di valore.

Negli ultimi mesi abbiamo scritto moltissimo. Abbiamo discusso, letto, ci siamo confrontati con esperti, clienti, partner. E da tutto questo flusso di contenuti sono emerse nuove offerte commerciali, nuovi posizionamenti, nuove strategie, nuove selling proposition.

Non è teoria. È esperienza concreta. Succede davvero. Quando inizi a pensare – e quindi a raccontare – ciò che sai fare, cominci a migliorare ciò che fai.

Conclusione: il pensiero come leva commerciale

Non esistono scorciatoie per vendere meglio. Ma esiste un modo onesto, sostenibile e strategico per farlo: pensare e raccontare con chiarezza quello che fai. Non per piacere a tutti, ma per costruire una reputazione solida, per far sì che i clienti giusti ti trovino e ti riconoscano.

E quindi sì, possiamo dirlo: Cogito ergo veneo.
Penso, quindi vendo.

Articolo di Alessandro Chiavacci

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